Lo scorso 27 febbraio la Commissione Europea ha diffuso il Country Report 2019 sull’Italia, documento che esprime una sorta di check-up sulle misure di politica economica varate negli Stati membri, con l’obiettivo di supportarli nel raggiungimento degli obiettivi comunitari.
Non mancano nel Rapporto osservazioni sullo stato di salute dei servizi pubblici locali e sulle attività da porre in essere per raggiungere i prefissati obiettivi di riforma e sviluppo nei singoli settori dell’acqua, dei rifiuti e del trasporto pubblico.
In generale, il Country Report evidenzia come, rispetto all’obiettivo di accrescere l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici locali, vi siano stati progressi, sebbene limitati, per quanto riguarda la gestione delle imprese di proprietà pubblica. La Commissione Europea riconosce gli sforzi fatti con l’introduzione del processo di razionalizzazione delle partecipate pubbliche disciplinato dal Testo Unico sulle Società Partecipate, seppur con qualche preoccupazione sul profilo dell’execution.
In materia di gestione dei rifiuti, la buona notizia è il costante aumento del tasso di riciclo: dal 38,4% del 2012 al 47,7% del 2017. Tuttavia, si riscontra un elevata disomogeneità territoriale, con tassi elevati e in crescita al Nord, ma prestazioni inferiori nel Centro-Sud. Per rispettare gli obiettivi europei di riciclo per il periodo successivo al 2020, la Commissione sollecita, pertanto, investimenti nelle infrastrutture operanti a monte della filiera dei rifiuti (come i sistemi di raccolta differenziata) e l’attuazione di soluzioni innovative in materia di economia circolare che coinvolgano anche le piccole e medie imprese.
Il divario territoriale emerge anche per quanto riguarda il servizio idrico integrato: secondo il Country Report 2019, il Sud Italia continua a soffrire la carenza di investimenti efficaci nelle infrastrutture idriche, con persistenti rischi di scarsità d’acqua e siccità. Ad ostacolare gli investimenti contribuirebbe, secondo la Commissione UE, sia la frammentazione gestionale che la difficoltà di accesso al credito da parte delle numerose piccole aziende di servizio pubblico.
Le regioni più in difficoltà si caratterizzano, inoltre, per il livello più elevato di infrazioni della normativa UE sulle acque, nonostante siano stati compiuti alcuni passi avanti nella riduzione degli agglomerati oggetto di infrazione, con un miglioramento complessivo della conformità pari al 15%.
In merito al settore dei trasporti, il Report conferma il ritardo del sistema Italia, che dipende ancora fortemente dal trasporto su strada. Il divario Nord - Sud in questo campo riguarda soprattutto l’efficienza e la qualità del trasporto pubblico locale e le infrastrutture ferroviarie regionali, specie in termini di elettrificazione, doppio binario, sistemi di gestione del traffico e stazioni intermodali. Individuando le modalità di trasporto sostenibili come un fattore di rilancio dell’attività economica, la Commissione Europea richiama l’attenzione sulla necessità di effettuare investimenti mirati, integrati da una migliore governance dei servizi di trasporto pubblico. Sostenere le piattaforme intermodali, promuovere forme di mobilità attiva e innovativa e infrastrutture di trasporto pulite, ampliare l’infrastruttura per la mobilità elettrica sono solo alcune delle misure su cui l’Italia dovrebbe puntare.
Il Report, infine, illustra come i fondi e i programmi dell’UE costituiscano un’opportunità di crescita e di competitività del Paese anche nel settore dei servizi pubblici locali. In questo settore l’attuale quadro finanziario pluriennale, infatti, destina parte dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE) nel campo dell’economia circolare e della gestione delle risorse idriche (1,4 miliardi di euro), per investimenti nelle reti di trasporto (2,45 miliardi di euro) e per la prevenzione dei rischi (2,3 miliardi di euro).