Dopo la pausa natalizia, è ripartito il ciclo di audizioni della VIII Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge C. 52 Daga e C. 773 Braga, in materia di governance e gestione pubblica dei servizi idrici. In particolare, i contenuti della proposta di legge C. 52 hanno accesso un vivace dibattito a livello nazionale in quanto, disconoscendo la rilevanza economica del servizio idrico integrato, la futura legge avrebbe un forte impatto sugli assetti amministrativi, regolatori e gestionali, con una marcata spinta verso la piena ri-pubblicizzazione della gestione, intervenendo, tra l’altro:
- sul concetto di dimensione ottimale di governo e gestione dell’acqua e sulle relative competenze organizzativo-amministrative;
- sulle modalità di scelta del modello di gestione del servizio idrico integrato;
- sulle competenze dell’Autorità di Regolazione.
Proprio ARERA è uno dei soggetti più rappresentativi con i quali, il 9 gennaio, è ripartito il ciclo di audizioni. L’Autorità ha, tra l’altro, posto l’accento sulla necessità che le funzioni di regolazione restino neutrali e indipendenti rispetto agli interessi confliggenti del settore, proprio in un’ottica di tutela degli utenti. Anche a tal fine, ha presentato una dettagliata memoria che affronta i temi del finanziamento degli investimenti, della misura -quale elemento fondamentale per garantire trasparenza nel rapporto coi fruitori del servizio-, del rafforzamento delle tutele, della governance e della natura degli operatori (temi, questi ultimi, sui quali le due proposte di legge adottano indirizzi differenti).
Sempre il 9 gennaio sono stati ascoltati anche i rappresentanti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e l’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia. I primi, come si legge nella memoria depositata agli atti della Commissione, hanno ribadito il proprio giudizio positivo in merito al DDL Daga, nato proprio dalla legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 dallo stesso Forum, il quale, viceversa, ha chiesto l’accantonamento della proposta di legge C. 773. Le osservazioni depositate da ANPCI hanno, invece, ratificato l’apprezzamento dei piccoli comuni per la norma del DDL Daga che renderebbe facoltativa l’adesione alla gestione unitaria del servizio idrico integrato per i comuni fino a 5.000 abitanti.
Di diverso parere le Regioni, la cui audizione in Commissione si è svolta il 10 gennaio scorso e che hanno affidato ad un comunicato stampa il “giudizio unanimemente critico su entrambe le proposte di legge”, sottolineando il rischio di tornare alla frammentazione del sistema idrico integrato, reputandone imprescindibile una gestione di tipo industriale, fermi restando i principi di solidarietà, gli obiettivi di risparmio idrico, la priorità di utilizzo per l’alimentazione e il mutuo aiuto tra bacini idrografici, peraltro già previsti dalla normativa in vigore.
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